La Famiglia, la pandemia e le relazioni in crisi

 

LA FAMIGLIA AI TEMPI DEL ‘CORONAVIRUS’

La pandemia come evento critico per le relazioni familiari

La pandemia può essere considerato un evento critico per le relazioni familiari.

Le famiglie, nel loro ciclo di vita, vanno incontro a diversi periodi di “crisi” legate ad eventi che sono come “scossoni” che destablizzano l’equilibrio al loro interno.

Tra questi eventi vi sono quelli definiti “normativi” e quelli “paranormativi”.

I primi sono quelli attesi, prevedibili e comuni come: l’unione dei partner o il matrimonio, la nascita dei figli, l’adolescenza, il nido vuoto (quando i figli prendono la propria strada).

I secondi sono quelli inaspettati, non previsti seppur comuni, come la malattia, la morte di un componente familiare, un incidente,  etc.

In questo senso la pandemia, che ha costretto tutti a stravolgere le nostre vite, può essere considerata parte dell’ultimo gruppo di eventi, in quanto altera gli equilibri, le abitudini, in tanti casi anche i ruoli e le funzioni nel sistema familiare. Agisce come riorganizzatore all’interno delle relazioni familiari.

Ad esempio famiglie formate da genitori lavoratori e figli che  frequentavano regolarmente scuola, sport e attività varie, si ritrovano a trascorrere tutta la giornata in casa , a condividere continuamente gli spazi domestici, spesso a dover conciliare il lavoro, in modalità smart working, e la gestione dei figli.

In tali casi tra i fattori stressanti da sopportare, con il relativo bagaglio emozionale, vi sono:

isolamento e frustrazione ad esso legata;

convivenza totalizzante con gli altri membri della famiglia e conseguente insoddisfazione;

–  stress legato alle preoccupazioni inerenti la malattia, come quella di contrarre in prima persona il virus o che lo contraggano  i propri cari;

nostalgia per parenti e amici che finora non si sono potuti frequentare.

Poi ci sono i casi in cui il virus ha effettivamente colpito una persona cara, o se stessi, e ci si ritrova a dover gestire anche il dolore per la perdita, in una situazione anomala e angosciante, in cui non ci si può neanche dire addio con la presenza e il calore dovuti e voluti.

Come se non bastasse problemi economici per molte famiglie in cui le attività lavorative sono state sospese sono un macigno in più da sostenere.

La situazione sembrerebbe poter migliorare con l’inizio effettivo della fase 2, visto che al momento possiamo considerarci in una fase di pasaggio, ma quanto vissuto può mettere a dura prova le relazioni di coppia e tra genitori e figli facendo leva su fragilità già presenti nelle famiglie, esasperando crisi silenti e rompendo equilibri già di per sè delicati.

 

LA FORZA POSITIVA DELLA CRISI

Dobbiamo però pensare che la crisi ha in sè un potenziale: distrugge per ricreare qualcosa di nuovo.

La novità può materializzarsi in un equilibrio familiare migliore, in relazioni più sane e vere tra le persone nonchè rispettose del tempo passato e del momento presente che si sta vivendo. Affinchè sia davvero così, e che si possa trarre vantaggio dalla crisi, le persone e le famiglie dovrebbero usare bene le proprie risorse.

Le famiglie dovrebbero rivolgere le proprie energie a rinforzare le capacità:

  • di adattamento e di flessibilità. Con questo intendo il sapersi adattare ai cambiamenti, non irrigidendosi sul passato o su come dovrebbe essere. Si potrebbe ricorrere ad esempio al problem solving ( quali soluzioni posso trovare a questo problema anche se inedito? )

 

  • comunicativa tra i membri, che passa prima per una capacità di ascolto di sè stessi e delle proprie emozioni ed esigenze, e poi di quelle degli altri.                       Esprimere le emozioni, evitando che diventino un tabù, rappresenta un buon modo per evitare di confliggere eccessivamente con i parenti e di rimanere in balia delle emozioni stesse

 

  • di rispettare lo spazio dell’altro e di ritagliarsene uno per se’, in solitudine, per mantenere quel giusto confine che deve esserci tra le persone.

Anche la coppia, nonostante le difficoltà oggettive, dovrebbe ricavarsi un tempo, seppur minimo, da dedicare alla propria intimità e, perchè no, anche al conflitto costruttivo.

La crisi può avere come esito anche rotture definitive.

In alcune situazioni, infatti,  la quarantena potrebbe a mio parere accelerare separazioni che erano già nell’aria e che per palesarsi avevano proprio bisogno di una spinta che desse ai coniugi il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere decisioni importanti. Anche in questo caso la crisi dà la possibilità di operare una rinascita, un rinnovamento nella vita personale dei protagonisti.

E’ IL TEMPO DI ESSERE RESILIENTI

Come competenze individuali, la capacità di resistere al clima avverso e la resilienza, ovvero l’abilità di usare i propri punti di forza, esperienze di vita, risorse psicologiche e di elaborare nuove strategie per reagire e sopravvivere, sono molto utili per fronteggiare  la crisi.

E tra queste risorse che ciascuno di noi può mettere in campo, rientra anche la capacità di chiedere aiuto quando serve, quando le fragilità sono profonde e i fattori di stress numerosi e soverchianti.

Trarsi in salvo prima di annegare è quanto di più coraggioso e saggio si possa fare.

Dott.ssa Cristina Di Fonzo

Psicologa e psicoterapeuta – psicologa in farmacia ANPIF  – ROMA

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Bibliografia articolo:

Andolfi M., D’Elia A. (a cura di), Le perdite e le risorse della famiglia, Raffaello Cortina, Milano, 2007                                                                       Brook, SK., et al., The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence., Lancet 3/14/2020, Vol. 395 Issue 10227, p. 912-920. 9p

Usher, K., Durkin, J., Bhullar, N., The COVID‐19 pandemic and mental health impacts. International Journal of Mental Health Nursing. Jun2020, Vol. 29 Issue 3, p315-318. 4p.

Wallisch S., Dopo-Covid tra boom di bebè e aumento dei divorzi. Ansa, https://www.ansa.it/trentino/notizie/2020/04/23/ansa-box-dopo-covid-tra-boom-di-bebe-e-aumento-dei-divorzi_032ff8c6-bd63-4733-99b6-6ac46b44c480.html  23/04/2020

Sopravvivere oggi

SOPRAVVIVERE OGGI

La teoria polivagale e il covid-19

Nati per essere in connessioneo

Come la Teoria Polivagale può esserci d’aiuto in tempi di Covid-19

 

“Il più adatto a sopravvivere potrebbe essere anche il più gentile,

poiché la sopravvivenza spesso necessita di aiuto reciproco e cooperazione”

(Thedosius Dobzhansky)

 

Siamo esseri sociali per natura e la nostra inclinazione ci porta ad interagire e a creare relazioni con gli altri: sin dalla nascita, la nostra condizione di neotenia, ci spinge a girare la testa istintivamente verso il viso della madre e, fino alla fine della nostra vita, abbiamo necessità di vivere in relazioni (armoniose) con i nostri simili.

 

La Teoria Polivagale ( Stephen Porges, 2001) considera la sicurezza autonomica, ossia del nostro sistema nervoso autonomo, come il presupposto dell’attaccamento; attraverso la coregolazione madre-bambino, vengono create le basi per la sicurezza e di conseguenza per l’attaccamento: si istituisce un profilo psicofisiologico di sicurezza che determina una condizione di stabilità psicologica sulla base della quale sarà possibile intraprendere relazioni anche da adulti.

La coregolazione risiede alla base di ogni relazione positiva, di qualsiasi natura essa sia: lavorativa, amicale, romantica.

La mancata possibilità di coregolarci durante l’infanzia, attraverso il gioco per esempio, ci preclude la possibilità di vivere pienamente le nostre relazioni da adulti e determina un nostro profilo psicofisiologico alterato, sbilanciato sul versante dell’attivazione.

In caso di minaccia, o pericolo reale,il nostro sistema nervoso autonomo è in grado di autoregolarsi: attivandosi (reazioni di attacco/fuga) o immobilizzandosi (freezing), ma in ogni caso inducendo una reazione funzionale alla sopravvivenza.

Che cosa ne è del nostro sistema nervoso autonomo dinnanzi al Covid-19?

Le reazioni più comuni sono l’ansia generalizzata , il panico e in alcuni casi la paralisi psicologica, che induce all’immobilismo e all’impossibilità di mettere in atto adeguate strategie di coping per fronteggiare la paura.

Inoltre, l’isolamento e il distanziamento sociale, misure di contenimento necessarie ed inevitabili, acuiscono, non solo i sentimenti e i vissuti di tristezza ed infelicità, ma anche il senso di minaccia: la solitudine innesca la neurocezione di pericolo, attivando i nostri sistemi di difesa autonomici.

La solitudine, trasmette un persistente messaggio di instabilità e il nostro sistema autonomo rimane bloccato in modalità di sopravvivenza, ossia in una condizione di stress (o più precisamente di distress), che debilita psicologicamente e fisicamente, innalzando innanzitutto il livello del cortisolo, e generando quindi un abbassamento delle difese immunitarie.

Al fine di prevenire e interrompere questo circuito nocivo per l’organismo in toto, è necessario creare quelle condizioni di reciprocità, cercare il contatto con l’altro.

La reciprocità è una connessione fra le persone, che si crea nell’andirivieni della comunicazione tra due sistemi nervosi autonomi. E’ l’esperienza dell’ascoltare e del rispondere con il cuore; le  esperienze di reciprocità , di contatto fra le persone , ci nutrono e ci rafforzano. Nel creare storie, qualsiasi esse siano, percepiamo come il prendersi cura e l’ avere qualcuno che si prenda cura di noi, crei benessere e ci renda più forti.

Essere separati dalla connessione sociale è un fattore di rischio fisico ed emotivo: si attivano gli stessi circuiti

dell’esperienza dolorosa di un trauma.

Anche nelle attuali condizioni di vita imposte dall’emergenza Covid -19 , dobbiamo ricordarci di creare le “nostre zone sicure”, una condizione di prevedibilità degli eventi, anche quando questa zona sicura è minacciata, all’interno dei nostri spazi vitali, nelle nostre case, dal sopraggiungere di informazioni a tutte le ore ed in tutte le modalità.

Per proteggerci da questo eccesso di dati, non sempre comprensibili e spesso dai toni esasperati, ha un senso cercare di instaurare una relazione, anche solo telefonica, con l’altro: la teoria Polivagale sottolinea  l’importanza della voce e dei suoi connotati prosodici per indirizzare il nostro senso di sicurezza; attraverso la voce vengono stimolati i muscoli dell’orecchio medio e, questa forma di ascolto attivo , sarà in grado di modificare lo stato psicofisiologico e di rendere l’ individuo più spontaneamente sociale: praticamente in grado di “sentirsi connesso” con l’altro.

Si tratta di replicare il miracolo della funzione materna… ripristinare uno stato di calma solo con il tono della voce.

 

Viviamo in una cultura che promuove ed enfatizza valori quali individualismo, autonomia ed indipendenza, ma mai come oggi abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi che siamo biologicamente programmati per vivere in relazione.

 

Dott.ssa Marcella Utro

Psicologa e psicoterapeuta – psicologa in farmacia e referente ANPIF Sicilia

Covid – Aumentano i suicidi

IL SUICIDIO NEL TEMPO DEL COVID-19

La disperazione dietro la Pandemia 

E…i suicidi sono in aumento

Se ne parla poco eppure dietro la pandemia c’è una disperazione che molti non riescono a superare. Un’epidemia che ha imposto la “quarantena” a tutto il paese. Si resta a casa impauriti e sgomenti.

Sembra di vivere in un film!

In uno di quei film catastrofisti che spesso abbiamo visto con qualche disagio.

Ma quella, lo sapevamo, era finzione. Oggi la stiamo vivendo. E cominciamo a vedere i “danni collaterali” di quella che molti definiscono “guerra”.

Ascolto da settimane la voce carica di emozioni gridate o trattenute, i racconti che si scaricano in fiumi di parole che narrano la paura in corsia, la perdita di sogni e progettualità,   il bisogno disperato di aiuto concreto per sopravvivere, la denuncia di tante mancanze fatte di abbracci, sostegno economico, presenza amorevole e rassicurante.

Ascolto operatori sanitari, operatori sociali e uomini e donne che in questa emergenza sanitaria stanno impattando, come un secondo tsunami emotivo e traumatico.

Questa è una dolorosa esperienza.

Paradossalmente alcuni di loro, quelli già reduci da situazioni traumatiche per patologia organica o psichica,  sono potenzialmente meno vulnerabili e meno impotenti di altri invece liberi da malattia e più improvvisamente scoperti nella loro fragilità mentale che coinvolge inevitabilmente reazioni psicofisiche importanti.

Molti soffrono di ansia e di angoscia

Si sono diffuse sindromi ansioso-depressive, disturbi del sonno, disturbi post traumatico da stress e disturbi dell’adattamento, specie nei più piccoli.

L’impatto con il senso di perdita, abbandono e rifiuto ci espone a forti terremoti emotivi con conseguenze a livello del pensare e del sentire. Il covid ha introdotto una diversità difficile da integrare nella propria vita e nella propria storia.

Molti non sopravvivono all’eccesso di silenzi, paura, solitudine che si fa isolamento emotivo e affettivo che diventa l’anticamera del suicidio.

Alla luce della aspecificità della sintomatologia, considerato che i sintomi del COVID-19 sono difficili da distinguere rispetto ad altre forme virali, è comprensibile che soggetti affetti da sintomi anche lievi e anche dovuti ad altre cause possano presentare alti livelli di stress, ansia, fino ad arrivare a manifestazioni di depressione, panico e gravi forme di ipocondria.

A questo possono aggiungersi le conseguenze negative derivanti da emarginazione individuale e stigma che colpiscono i malati o eventuali gruppi di popolazioni. Tali negatività possono beneficiare di interventi psicologici nella salvaguardia della salute mentale dei singoli e nel mantenimento dell’armonia sociale.

Ci sono poi la paura e la segregazione, così come la noia

tra gli elementi non trascurabili associati al rischio di suicidio.

La storia insegna che, in passato, misure di quarantena collettiva sono state descritte come associate a un aumento del rischio di suicidio. Ma i soggetti in crisi non vogliono morire, anzi essi desidererebbero vivere avendo una prospettiva di sollievo.

Allo stesso tempo, la letteratura riporta che in frangenti come quello attuale vi può essere l’incremento di altri fenomeni, come gli abusi in famiglia, i disturbi psichici, i divorzi, le azioni legali.

Per quanto riguarda la tendenza al suicidio, uno dei fattori scatenanti

è la perdita delle aspettative future

Sappiamo bene che quando il domani diventa incerto o cupo, il suicidio è in agguato.

Va specificato che il suicidio è un evento multifattoriale: non basta una causa, ma tanti elementi si devono allineare perché si realizzi. Il denominatore comune è il dolore mentale, fatto di dialoghi con se stesso rispetto a sconfitte e umiliazioni e bisogni insoddisfatti.

Laddove il dolore mentale è già presente, esacerbarlo diventa più facile in condizioni di ristrettezza e segregazione come quelle imposte da quarantena. Pensiamo quindi alle persone già alle prese con una patologia mentale o una fragilità: la loro sofferenza, e il desiderio di morire potrebbero aumentare, per la mancanza di sostegno, la paura e l’isolamento.

Ma pensiamo anche a chi, fino a ieri ha vissuto, magari bene, con un’attività autonoma, che improvvisamente si è fermata e a tutte le ripercussioni economiche derivanti dall’aver fermato il mondo.Eppure, a fronte di un’angoscia che avanza in forme diverse, le attività da parte dei centri di supporto psicologico sono state parzialmente interrotte allo scopo di prevenire l’ulteriore diffusione del contagio, lasciando spazio solo ad attività di emergenza.

Nel pubblico manca ancora un modo alternativo per il sistema sanitario che possa rispondere, anche nel contesto delle attuali misure cautelative, senza lasciare domande di assistenza inevase.

Il futuro

Per lo meno immediato, di diverse prestazioni sanitarie comprende la messa a disposizione di canali di telemedicina validati e di piattaforme multimediali che possano fornire interventi di sostegno psicologico a distanza e valide informazioni sulle caratteristiche del fenomeno pandemico e sulla promozione della salute mentale.

Si è visto, infatti, che informazioni accurate e aggiornate specialmente riguardo al numero dei guariti, le tipologie possibili di trattamento (farmacologico, vaccino), modalità di trasmissione, e anche gli aggiornamenti sul numero degli infetti e della localizzazione delle zone endemiche favoriscono una riduzione del livello di stress e ansia correlati.

Nell’era tecnologica attuale, considerata la diffusione epidemica e la necessità di distanziamento sociale, molti ospedali stanno già configurando servizi on line di supporto psicologico a pazienti psichiatrici, operatori sanitari e persone con fragilità emotive attraverso piattaforme in video conferenza.

 

Anche noi dell’ANPIF offriamo supporto psicologico a distanza

per tutte le persone rimaste nelle loro case dimenticate persino dalle istituzioni.

 

NUMERO VERDE GRATUITO PER RICEVERE ASSISTENZA PSICOLOGICA

 

 

 

Principali riferimenti bibliografici

Berardelli I, Corigliano V, Hawkins M, Comparelli A, Erbuto D, Pompili M. Lifestyle Interventions and Prevention of Suicide. Front Psychiatry. 2018 Nov 6;9:567.

Centers for Disease Control and Prevention, 11 marzo 2020. Posizioni con mappa globale confermata dei casi COVID-19. URL: https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/cases-updates/world-map.html?CDC_AA_refVal=https%3A%2F%2Fwww.cdc.gov%2Fcoronavirus%2F2019-ncov%2Flocations-confirmed-cases.html

Duan L, Zhu G. Psychological interventions for people affected by the COVID-19 epidemic. Lancet Psychiatry. 2020 Apr;7(4):300-302.

Lai J, Ma S, Wang Y, Cai Z, Hu J, Wei N, Wu J, Du H, Chen T, Li R, Tan H, Kang L, Yao L, Huang M, Wang H, Wang G, Liu Z, Hu S. Factors Associated With Mental Health Outcomes Among Health Care Workers Exposed to Coronavirus Disease 2019. JAMA Netw Open. 2020 Mar 2;3(3):e203976.

Pompili M. The increase of suicide rates: the need for a paradigm shift. Lancet. 2018 Aug 11;392(10146):474-475.

Wang C, Pan R, Wan X, Tan Y, Xu L, Ho CS, Ho RC. Immediate Psychological Responses and Associated Factors during the Initial Stage of the 2019 Coronavirus Disease (COVID-19) Epidemic among the General Population in China. Int J Environ Res Public Health. 2020 Mar 6;17(5).

World Health Organization (WHO), 2020. https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/situation-reports/20200319-sitrep-59-covid-19.pdf?sfvrsn=c3dcdef9_2

 

www.prevenireilsuicidio.it

 

Dott.ssa Sofia Tavella