TEST COVID IL SEMAFORO DELLA SALUTE e farmacie convenzionate

TEST COVID E STRESS “IL SEMAFORO DELLA SALUTE”
Questionario di autovalutazione per le conseguenze psicologiche da Covid.

A questo link https://www.corsidipsicologia.com/test/ è possibile effettuare un test che permette di valutare il tuo stato psicologico attuale e nell’ultima settimana. Rispondi a tutte le domande senza riflettere troppo e scopri il risultato.

Il test garantisce l’anonimato. Basta compilarlo e leggerai subito la risposta.

Il test è finalizzato ad intercettare il disagio e dare indicazioni adeguate per evitare che possa aggravarsi o strutturarsi in una patologia, non ha finalità psicodiagnostiche.

CORSO ONLINE PSICOLOGO IN FARMACIA – 1° Livello

PSICOLOGO IN FARMACIA

IL NUOVO E UNICO VIDEO CORSO ONLINE di PSICOLOGIA IN FARMACIA

Linee guida e buone pratiche con attestato di partecipazione

Formazione di 1° Livello

Con il patrocinio di ANPIF – Associazione Nazionale Psicologi In Farmacia

ATTENZIONE LA SCHEDA DI ISCRIZIONE E’ CAMBIATA E IL PREZZO E’ STATO AGGIORNATO.

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Scopo del corso di formazione

Visti i tempi di quarantena, anche noi ci siamo adeguati, è risultato molto vantaggioso incontrarsi in Zoom con il gruppo di colleghi che hanno lavorato con il numero verde per l’assistenza psicologica alle persone durata oltre un mese, da qui è nata l’idea di offrire agli psicologi interessati ad avviare il presidio di psicologia in farmacia o a coloro i quali sono interessati a conoscere l’argomento dello psicologo in farmacia, di frequentare un corso comodamente dal pc.

Acquisire competenze specifiche per lavorare in farmacia nel rispetto di tutti gli aspetti coinvolti:

dall’attenzione etica con il consenso informato e la deontologia professionale al conflitto di interessi, dagli aspetti giuridici contrattuali all’agire professionale, ai limiti e potenzialità legate al contesto, Setting nel Setting dello psicologo in farmacia, all’interprofessionalità, fino alle buone pratiche, la struttura del colloquio in farmacia e la diffusione del servizio, ed infine la gestione efficace del servizio.

E’ fondamentale lavorare in sicurezza, essendo la farmacia un luogo non protetto per il lavoro dello psicologo, è necessario seguire le linee guida e le buone pratiche

DESCRIZIONE DEL CORSO

Ed eccoci, il corso è disponibile su una piattaforma privata, per iscriversi, prima di tutto , ti invitiamo a guardare il video di presentazione, così non sarai insoddisfatto da aspettative diverse dalla realtà.

Abbiamo fatto del nostro meglio per creare contenuti professionali essenziali e utili per il servizio di psicologo in farmacia

Il corso è destinato a psicologi, farmacisti, laureati, laureandi e ad altre professioni.

Il patrocinio di ANPIF è molto importante perchè è l’unica associazione in Italia che si occupa in particolare di psicologia in farmacia, avendo ereditato linee guida che originariamente erano state strutturate e inserite in un «modello di aiuto» fatto anche di buone pratiche, specifico per operare nella farmacia sociale e dei servizi;

Linee guida e buone pratiche che sono state approvate dal Sindacato della farmacia privata, Federfarma Veneto

La docente del presente corso è la Responsabile scientifico del corso di formazione per lo psicologo in farmacia e Presidente di Anpif, Fiorella Palombo Ferretti in collaborazione con le responsabili dell’area formazione corsi, Sandra Scibelli, Martina Parini…

Per aprire il Servizio di psicologia in farmacia con Anpif è necessario essere in possesso di requisiti specifici:

A) essere soci dell’associazione, è possibile fare la procedura online direttamente da questo sito

B) essere in possesso di qualifica almeno di primo livello,  (titolo preferenziale per collaborare per ruoli di maggiore importanza e responsabilità all’interno di Anpif è dato da chi è in possesso di formazione avanzata e con una esperienza comprovata in farmacia)

 

Come è strutturato il Video Corso

Si tratta di video formazione di primo livello online con slide e Attestato di partecipazione

Il video diviso in lezioni, una volta completato il corso e corredato di slide che sono descritte durante le video lezioni.
Al termine del video corso viene proposto un questionario di valutazione con la risposta corretta a verifica immediata, non obbligatorio. Al termine viene rilasciato attestato di partecipazione.

Il costo attuale del corso è di 155 euro

comprensivi di Iva e 2%

E’ obbligatorio essere soci Anpif per poter utilizzare il materiale di cui si entra in possesso esclusivamente per lavorare in farmacia.
I soci inoltre riceveranno il consenso informato, il contratto e altri materiali, brochure, locandina.
I soci in regola con il versamento della quota associativa per l’anno in corso e al momento della sottoscrizione del presente acquisto del video corso di primo livello online – 2020, potranno rifare il corso dello stesso livello in presenza, a titolo gratuito, versando ad Anpif una quota di donazione di 30 euro (non obbligatoria), potranno inoltre iscriversi al secondo livello del corso di formazione, specifico per i servizi di primo livello a tema specifico, spendibile in farmacia e in altri contesti sanitari di prossimità.

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Leggi la scheda di iscrizione, all’interno sono presenti tutte le informazioni e la procedura da seguire.

 

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE NEL CANALE  YOUTUBE DI FIORELLA PALOMBO FERRETTI

Anteprima del video di presentazione in youtube canale dott.Fiorella Palombo

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CONTATTI:  esclusivamente per i corsi scrivere a  farmaciaepsicologia@gmail.com

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Anpif – Associazione nazionale Psicologi in Farmacia e Operatori di Benessere – ass. no profit

La Famiglia, la pandemia e le relazioni in crisi

 

LA FAMIGLIA AI TEMPI DEL ‘CORONAVIRUS’

La pandemia come evento critico per le relazioni familiari

La pandemia può essere considerato un evento critico per le relazioni familiari.

Le famiglie, nel loro ciclo di vita, vanno incontro a diversi periodi di “crisi” legate ad eventi che sono come “scossoni” che destablizzano l’equilibrio al loro interno.

Tra questi eventi vi sono quelli definiti “normativi” e quelli “paranormativi”.

I primi sono quelli attesi, prevedibili e comuni come: l’unione dei partner o il matrimonio, la nascita dei figli, l’adolescenza, il nido vuoto (quando i figli prendono la propria strada).

I secondi sono quelli inaspettati, non previsti seppur comuni, come la malattia, la morte di un componente familiare, un incidente,  etc.

In questo senso la pandemia, che ha costretto tutti a stravolgere le nostre vite, può essere considerata parte dell’ultimo gruppo di eventi, in quanto altera gli equilibri, le abitudini, in tanti casi anche i ruoli e le funzioni nel sistema familiare. Agisce come riorganizzatore all’interno delle relazioni familiari.

Ad esempio famiglie formate da genitori lavoratori e figli che  frequentavano regolarmente scuola, sport e attività varie, si ritrovano a trascorrere tutta la giornata in casa , a condividere continuamente gli spazi domestici, spesso a dover conciliare il lavoro, in modalità smart working, e la gestione dei figli.

In tali casi tra i fattori stressanti da sopportare, con il relativo bagaglio emozionale, vi sono:

isolamento e frustrazione ad esso legata;

convivenza totalizzante con gli altri membri della famiglia e conseguente insoddisfazione;

–  stress legato alle preoccupazioni inerenti la malattia, come quella di contrarre in prima persona il virus o che lo contraggano  i propri cari;

nostalgia per parenti e amici che finora non si sono potuti frequentare.

Poi ci sono i casi in cui il virus ha effettivamente colpito una persona cara, o se stessi, e ci si ritrova a dover gestire anche il dolore per la perdita, in una situazione anomala e angosciante, in cui non ci si può neanche dire addio con la presenza e il calore dovuti e voluti.

Come se non bastasse problemi economici per molte famiglie in cui le attività lavorative sono state sospese sono un macigno in più da sostenere.

La situazione sembrerebbe poter migliorare con l’inizio effettivo della fase 2, visto che al momento possiamo considerarci in una fase di pasaggio, ma quanto vissuto può mettere a dura prova le relazioni di coppia e tra genitori e figli facendo leva su fragilità già presenti nelle famiglie, esasperando crisi silenti e rompendo equilibri già di per sè delicati.

 

LA FORZA POSITIVA DELLA CRISI

Dobbiamo però pensare che la crisi ha in sè un potenziale: distrugge per ricreare qualcosa di nuovo.

La novità può materializzarsi in un equilibrio familiare migliore, in relazioni più sane e vere tra le persone nonchè rispettose del tempo passato e del momento presente che si sta vivendo. Affinchè sia davvero così, e che si possa trarre vantaggio dalla crisi, le persone e le famiglie dovrebbero usare bene le proprie risorse.

Le famiglie dovrebbero rivolgere le proprie energie a rinforzare le capacità:

  • di adattamento e di flessibilità. Con questo intendo il sapersi adattare ai cambiamenti, non irrigidendosi sul passato o su come dovrebbe essere. Si potrebbe ricorrere ad esempio al problem solving ( quali soluzioni posso trovare a questo problema anche se inedito? )

 

  • comunicativa tra i membri, che passa prima per una capacità di ascolto di sè stessi e delle proprie emozioni ed esigenze, e poi di quelle degli altri.                       Esprimere le emozioni, evitando che diventino un tabù, rappresenta un buon modo per evitare di confliggere eccessivamente con i parenti e di rimanere in balia delle emozioni stesse

 

  • di rispettare lo spazio dell’altro e di ritagliarsene uno per se’, in solitudine, per mantenere quel giusto confine che deve esserci tra le persone.

Anche la coppia, nonostante le difficoltà oggettive, dovrebbe ricavarsi un tempo, seppur minimo, da dedicare alla propria intimità e, perchè no, anche al conflitto costruttivo.

La crisi può avere come esito anche rotture definitive.

In alcune situazioni, infatti,  la quarantena potrebbe a mio parere accelerare separazioni che erano già nell’aria e che per palesarsi avevano proprio bisogno di una spinta che desse ai coniugi il coraggio di guardare in faccia la realtà e prendere decisioni importanti. Anche in questo caso la crisi dà la possibilità di operare una rinascita, un rinnovamento nella vita personale dei protagonisti.

E’ IL TEMPO DI ESSERE RESILIENTI

Come competenze individuali, la capacità di resistere al clima avverso e la resilienza, ovvero l’abilità di usare i propri punti di forza, esperienze di vita, risorse psicologiche e di elaborare nuove strategie per reagire e sopravvivere, sono molto utili per fronteggiare  la crisi.

E tra queste risorse che ciascuno di noi può mettere in campo, rientra anche la capacità di chiedere aiuto quando serve, quando le fragilità sono profonde e i fattori di stress numerosi e soverchianti.

Trarsi in salvo prima di annegare è quanto di più coraggioso e saggio si possa fare.

Dott.ssa Cristina Di Fonzo

Psicologa e psicoterapeuta – psicologa in farmacia ANPIF  – ROMA

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Bibliografia articolo:

Andolfi M., D’Elia A. (a cura di), Le perdite e le risorse della famiglia, Raffaello Cortina, Milano, 2007                                                                       Brook, SK., et al., The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence., Lancet 3/14/2020, Vol. 395 Issue 10227, p. 912-920. 9p

Usher, K., Durkin, J., Bhullar, N., The COVID‐19 pandemic and mental health impacts. International Journal of Mental Health Nursing. Jun2020, Vol. 29 Issue 3, p315-318. 4p.

Wallisch S., Dopo-Covid tra boom di bebè e aumento dei divorzi. Ansa, https://www.ansa.it/trentino/notizie/2020/04/23/ansa-box-dopo-covid-tra-boom-di-bebe-e-aumento-dei-divorzi_032ff8c6-bd63-4733-99b6-6ac46b44c480.html  23/04/2020

Sopravvivere oggi

SOPRAVVIVERE OGGI

La teoria polivagale e il covid-19

Nati per essere in connessioneo

Come la Teoria Polivagale può esserci d’aiuto in tempi di Covid-19

 

“Il più adatto a sopravvivere potrebbe essere anche il più gentile,

poiché la sopravvivenza spesso necessita di aiuto reciproco e cooperazione”

(Thedosius Dobzhansky)

 

Siamo esseri sociali per natura e la nostra inclinazione ci porta ad interagire e a creare relazioni con gli altri: sin dalla nascita, la nostra condizione di neotenia, ci spinge a girare la testa istintivamente verso il viso della madre e, fino alla fine della nostra vita, abbiamo necessità di vivere in relazioni (armoniose) con i nostri simili.

 

La Teoria Polivagale ( Stephen Porges, 2001) considera la sicurezza autonomica, ossia del nostro sistema nervoso autonomo, come il presupposto dell’attaccamento; attraverso la coregolazione madre-bambino, vengono create le basi per la sicurezza e di conseguenza per l’attaccamento: si istituisce un profilo psicofisiologico di sicurezza che determina una condizione di stabilità psicologica sulla base della quale sarà possibile intraprendere relazioni anche da adulti.

La coregolazione risiede alla base di ogni relazione positiva, di qualsiasi natura essa sia: lavorativa, amicale, romantica.

La mancata possibilità di coregolarci durante l’infanzia, attraverso il gioco per esempio, ci preclude la possibilità di vivere pienamente le nostre relazioni da adulti e determina un nostro profilo psicofisiologico alterato, sbilanciato sul versante dell’attivazione.

In caso di minaccia, o pericolo reale,il nostro sistema nervoso autonomo è in grado di autoregolarsi: attivandosi (reazioni di attacco/fuga) o immobilizzandosi (freezing), ma in ogni caso inducendo una reazione funzionale alla sopravvivenza.

Che cosa ne è del nostro sistema nervoso autonomo dinnanzi al Covid-19?

Le reazioni più comuni sono l’ansia generalizzata , il panico e in alcuni casi la paralisi psicologica, che induce all’immobilismo e all’impossibilità di mettere in atto adeguate strategie di coping per fronteggiare la paura.

Inoltre, l’isolamento e il distanziamento sociale, misure di contenimento necessarie ed inevitabili, acuiscono, non solo i sentimenti e i vissuti di tristezza ed infelicità, ma anche il senso di minaccia: la solitudine innesca la neurocezione di pericolo, attivando i nostri sistemi di difesa autonomici.

La solitudine, trasmette un persistente messaggio di instabilità e il nostro sistema autonomo rimane bloccato in modalità di sopravvivenza, ossia in una condizione di stress (o più precisamente di distress), che debilita psicologicamente e fisicamente, innalzando innanzitutto il livello del cortisolo, e generando quindi un abbassamento delle difese immunitarie.

Al fine di prevenire e interrompere questo circuito nocivo per l’organismo in toto, è necessario creare quelle condizioni di reciprocità, cercare il contatto con l’altro.

La reciprocità è una connessione fra le persone, che si crea nell’andirivieni della comunicazione tra due sistemi nervosi autonomi. E’ l’esperienza dell’ascoltare e del rispondere con il cuore; le  esperienze di reciprocità , di contatto fra le persone , ci nutrono e ci rafforzano. Nel creare storie, qualsiasi esse siano, percepiamo come il prendersi cura e l’ avere qualcuno che si prenda cura di noi, crei benessere e ci renda più forti.

Essere separati dalla connessione sociale è un fattore di rischio fisico ed emotivo: si attivano gli stessi circuiti

dell’esperienza dolorosa di un trauma.

Anche nelle attuali condizioni di vita imposte dall’emergenza Covid -19 , dobbiamo ricordarci di creare le “nostre zone sicure”, una condizione di prevedibilità degli eventi, anche quando questa zona sicura è minacciata, all’interno dei nostri spazi vitali, nelle nostre case, dal sopraggiungere di informazioni a tutte le ore ed in tutte le modalità.

Per proteggerci da questo eccesso di dati, non sempre comprensibili e spesso dai toni esasperati, ha un senso cercare di instaurare una relazione, anche solo telefonica, con l’altro: la teoria Polivagale sottolinea  l’importanza della voce e dei suoi connotati prosodici per indirizzare il nostro senso di sicurezza; attraverso la voce vengono stimolati i muscoli dell’orecchio medio e, questa forma di ascolto attivo , sarà in grado di modificare lo stato psicofisiologico e di rendere l’ individuo più spontaneamente sociale: praticamente in grado di “sentirsi connesso” con l’altro.

Si tratta di replicare il miracolo della funzione materna… ripristinare uno stato di calma solo con il tono della voce.

 

Viviamo in una cultura che promuove ed enfatizza valori quali individualismo, autonomia ed indipendenza, ma mai come oggi abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi che siamo biologicamente programmati per vivere in relazione.

 

Dott.ssa Marcella Utro

Psicologa e psicoterapeuta – psicologa in farmacia e referente ANPIF Sicilia

Covid – Aumentano i suicidi

IL SUICIDIO NEL TEMPO DEL COVID-19

La disperazione dietro la Pandemia 

E…i suicidi sono in aumento

Se ne parla poco eppure dietro la pandemia c’è una disperazione che molti non riescono a superare. Un’epidemia che ha imposto la “quarantena” a tutto il paese. Si resta a casa impauriti e sgomenti.

Sembra di vivere in un film!

In uno di quei film catastrofisti che spesso abbiamo visto con qualche disagio.

Ma quella, lo sapevamo, era finzione. Oggi la stiamo vivendo. E cominciamo a vedere i “danni collaterali” di quella che molti definiscono “guerra”.

Ascolto da settimane la voce carica di emozioni gridate o trattenute, i racconti che si scaricano in fiumi di parole che narrano la paura in corsia, la perdita di sogni e progettualità,   il bisogno disperato di aiuto concreto per sopravvivere, la denuncia di tante mancanze fatte di abbracci, sostegno economico, presenza amorevole e rassicurante.

Ascolto operatori sanitari, operatori sociali e uomini e donne che in questa emergenza sanitaria stanno impattando, come un secondo tsunami emotivo e traumatico.

Questa è una dolorosa esperienza.

Paradossalmente alcuni di loro, quelli già reduci da situazioni traumatiche per patologia organica o psichica,  sono potenzialmente meno vulnerabili e meno impotenti di altri invece liberi da malattia e più improvvisamente scoperti nella loro fragilità mentale che coinvolge inevitabilmente reazioni psicofisiche importanti.

Molti soffrono di ansia e di angoscia

Si sono diffuse sindromi ansioso-depressive, disturbi del sonno, disturbi post traumatico da stress e disturbi dell’adattamento, specie nei più piccoli.

L’impatto con il senso di perdita, abbandono e rifiuto ci espone a forti terremoti emotivi con conseguenze a livello del pensare e del sentire. Il covid ha introdotto una diversità difficile da integrare nella propria vita e nella propria storia.

Molti non sopravvivono all’eccesso di silenzi, paura, solitudine che si fa isolamento emotivo e affettivo che diventa l’anticamera del suicidio.

Alla luce della aspecificità della sintomatologia, considerato che i sintomi del COVID-19 sono difficili da distinguere rispetto ad altre forme virali, è comprensibile che soggetti affetti da sintomi anche lievi e anche dovuti ad altre cause possano presentare alti livelli di stress, ansia, fino ad arrivare a manifestazioni di depressione, panico e gravi forme di ipocondria.

A questo possono aggiungersi le conseguenze negative derivanti da emarginazione individuale e stigma che colpiscono i malati o eventuali gruppi di popolazioni. Tali negatività possono beneficiare di interventi psicologici nella salvaguardia della salute mentale dei singoli e nel mantenimento dell’armonia sociale.

Ci sono poi la paura e la segregazione, così come la noia

tra gli elementi non trascurabili associati al rischio di suicidio.

La storia insegna che, in passato, misure di quarantena collettiva sono state descritte come associate a un aumento del rischio di suicidio. Ma i soggetti in crisi non vogliono morire, anzi essi desidererebbero vivere avendo una prospettiva di sollievo.

Allo stesso tempo, la letteratura riporta che in frangenti come quello attuale vi può essere l’incremento di altri fenomeni, come gli abusi in famiglia, i disturbi psichici, i divorzi, le azioni legali.

Per quanto riguarda la tendenza al suicidio, uno dei fattori scatenanti

è la perdita delle aspettative future

Sappiamo bene che quando il domani diventa incerto o cupo, il suicidio è in agguato.

Va specificato che il suicidio è un evento multifattoriale: non basta una causa, ma tanti elementi si devono allineare perché si realizzi. Il denominatore comune è il dolore mentale, fatto di dialoghi con se stesso rispetto a sconfitte e umiliazioni e bisogni insoddisfatti.

Laddove il dolore mentale è già presente, esacerbarlo diventa più facile in condizioni di ristrettezza e segregazione come quelle imposte da quarantena. Pensiamo quindi alle persone già alle prese con una patologia mentale o una fragilità: la loro sofferenza, e il desiderio di morire potrebbero aumentare, per la mancanza di sostegno, la paura e l’isolamento.

Ma pensiamo anche a chi, fino a ieri ha vissuto, magari bene, con un’attività autonoma, che improvvisamente si è fermata e a tutte le ripercussioni economiche derivanti dall’aver fermato il mondo.Eppure, a fronte di un’angoscia che avanza in forme diverse, le attività da parte dei centri di supporto psicologico sono state parzialmente interrotte allo scopo di prevenire l’ulteriore diffusione del contagio, lasciando spazio solo ad attività di emergenza.

Nel pubblico manca ancora un modo alternativo per il sistema sanitario che possa rispondere, anche nel contesto delle attuali misure cautelative, senza lasciare domande di assistenza inevase.

Il futuro

Per lo meno immediato, di diverse prestazioni sanitarie comprende la messa a disposizione di canali di telemedicina validati e di piattaforme multimediali che possano fornire interventi di sostegno psicologico a distanza e valide informazioni sulle caratteristiche del fenomeno pandemico e sulla promozione della salute mentale.

Si è visto, infatti, che informazioni accurate e aggiornate specialmente riguardo al numero dei guariti, le tipologie possibili di trattamento (farmacologico, vaccino), modalità di trasmissione, e anche gli aggiornamenti sul numero degli infetti e della localizzazione delle zone endemiche favoriscono una riduzione del livello di stress e ansia correlati.

Nell’era tecnologica attuale, considerata la diffusione epidemica e la necessità di distanziamento sociale, molti ospedali stanno già configurando servizi on line di supporto psicologico a pazienti psichiatrici, operatori sanitari e persone con fragilità emotive attraverso piattaforme in video conferenza.

 

Anche noi dell’ANPIF offriamo supporto psicologico a distanza

per tutte le persone rimaste nelle loro case dimenticate persino dalle istituzioni.

 

NUMERO VERDE GRATUITO PER RICEVERE ASSISTENZA PSICOLOGICA

 

 

 

Principali riferimenti bibliografici

Berardelli I, Corigliano V, Hawkins M, Comparelli A, Erbuto D, Pompili M. Lifestyle Interventions and Prevention of Suicide. Front Psychiatry. 2018 Nov 6;9:567.

Centers for Disease Control and Prevention, 11 marzo 2020. Posizioni con mappa globale confermata dei casi COVID-19. URL: https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/cases-updates/world-map.html?CDC_AA_refVal=https%3A%2F%2Fwww.cdc.gov%2Fcoronavirus%2F2019-ncov%2Flocations-confirmed-cases.html

Duan L, Zhu G. Psychological interventions for people affected by the COVID-19 epidemic. Lancet Psychiatry. 2020 Apr;7(4):300-302.

Lai J, Ma S, Wang Y, Cai Z, Hu J, Wei N, Wu J, Du H, Chen T, Li R, Tan H, Kang L, Yao L, Huang M, Wang H, Wang G, Liu Z, Hu S. Factors Associated With Mental Health Outcomes Among Health Care Workers Exposed to Coronavirus Disease 2019. JAMA Netw Open. 2020 Mar 2;3(3):e203976.

Pompili M. The increase of suicide rates: the need for a paradigm shift. Lancet. 2018 Aug 11;392(10146):474-475.

Wang C, Pan R, Wan X, Tan Y, Xu L, Ho CS, Ho RC. Immediate Psychological Responses and Associated Factors during the Initial Stage of the 2019 Coronavirus Disease (COVID-19) Epidemic among the General Population in China. Int J Environ Res Public Health. 2020 Mar 6;17(5).

World Health Organization (WHO), 2020. https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/situation-reports/20200319-sitrep-59-covid-19.pdf?sfvrsn=c3dcdef9_2

 

www.prevenireilsuicidio.it

 

Dott.ssa Sofia Tavella

 

 

STRATEGIE PER GESTIRE LO STRESS E L’ANSIA

MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA CON LA PSICOLOGIA

COSA POSSIAMO FARE, PER DIMINUIRE I SINTOMI

DELLO STRESS E DELL’ ANSIA E DELLA DEPRESSIONE

 

1- MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLA VITA

a- Massaggiare la pancia, respirazione addominale, esercizio fisico e alimentazione corretta, Diversamente dai neuroni del cervello, quelli sparsi in tutto il resto del corpo possono essere “massaggiati”, sia con il vero massaggio che stimola i corpuscoli tattili e i recettori fibro muscolari e tendinei, sia con il movimento.

Inoltre i centri nervosi viscero-addominali possono essere stimolati col respiro addominale (non toracico), come insegnano lo yoga e la mindfullness.

Avere uno stile di vita sano e una alimentazione corretta, è fondamentale per sentirsi bene ed essere in salute. Un intestino sano necessita di mantenere una flora batterica equilibrata. Come dicevano i romani “mens sana in corpore sano”.

b- Meditazione e integrazione dei conflitti Stress e ansia pesano sull’intestino e ne alterano il funzionamento ed è altrettanto vero che dieta e disordini intestinali sono collegati a variazioni dell’umore.

Insomma, nella pancia c’è un cervello che assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’interno (paura – preoccupazione – ansia – tristezza) – e dall’esterno.

2- TECNICHE UTILI PER LA GESTIONE DELL’ANSIA

a– Decentramento cognitivo :

Osserva i tuoi pensieri ansiosi come fossi un’altra persona che teli racconta, considerali ipotesi, non come verità. La tua mente sta provando a proteggerti da qualcosa che potrebbe accadere, ma solo perché è possibile che una cosa accada non vuol dire che succederà.

Guarda le evidenze oggettive: quanto è probabile che l’evento negativo che ti spaventa possa effettivamente verificarsi? Non potrebbe invece accadere qualcosa di positivo?

b-Defusione cognitiva: Smetti di essere i tuoi pensieri.

Immagina che i tuoi pensieri siano dati che scorrono attraverso la tua mente, non sono la verità oggettiva sulla situazione. Il nostro cervello è ipersensibile alle minacce e ai pericoli perché ciò ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere nel mondo selvaggio.

Molti di questi pensieri sono solo il retaggio di quei tempi, oggi i pericoli sono cambiati. Un esame non mette a rischio la nostra vita, ma stimola una risposta fisiologia uguale a quella che avremmo in presenza di un leone affamato.

Scegli quando credere e quando non credere ai tuoi pensieri piuttosto che accettarli tutti. Sposta l’attenzione su cose piacevoli.

c- Pratica la Mindfulness: Mettiti comodo e ascolta il tuo respiro,

l’aria entra dal naso ed esce dalla bocca, con calma, lasciati andare e rilassati, per 3-4 minuti, ora puoi iniziare ad a osservare i tuoi pensieri, guardali invece di reagire automaticamente a essi.

I tuoi pensieri sono nuvole che fluttuano. Quali ti trascinano dentro e quali ti fanno venire voglia di scappare? Esiste un modo attraverso il quale riesci a guardare i tuoi pensieri senza reagire? Rilassati e riporta l’attenzione sul respiro.

Ripeti l’esercizio di meditazione tutti i giorni, è importante che la respirazione sia diaframmatica (addominale). 4-Stai nel presente, impara a gestire la rabbia. La tua mente rigurgita il passato?

Solo perché ti è successo qualcosa di brutto non vuol dire che stia accadendo ora, né che si ripeterà.

Chiediti se le circostanze, la tua maturità e le tue abilità di coping (strategie di gestione dello stress) sono cambiate da quella volta e se sono efficaci. È improbabile che tu sia rimasto uguale ed è improbabile che nella stessa situazione reagiresti nella stessa maniera.

d- Alzati e fai:  per reagire l’unica cosa da fare è fare.

La preoccupazione per qualcosa può trascinarci in un circolo vizioso di procrastinazione e indolenza. Alzarsi dal divano, o dalla sedia dove siamo bloccati a riflettere e iniziare ad agire.

La prospettiva delle cose cambia immediatamente quando si fa.

e-Sorridi, fai esercizi:

Dallo yoga della risata, al movimento fisico all’aperto, fai attenzione a come una stessa situazione stimola emozioni che cambiano in base al tono dell’umore. L’ottimismo e il buon umore stimolano la produzione di serotonina e di tutti gli ormoni del benessere.

f-Dormi almeno 7 – 8 ore per notte

g-Rilassati e cerca di avere buone relazioni. La tensione quando si accumula diventa amica del dis-controllo e della rabbia, non scaricare sugli altri i tuoi problemi e impara a non sentirti responsabile di quelli degli altri, prenditi cura di chi ti sta vicino e che vive con te. Ama e sarai amato.

 

Attenzione anche alla salute alimentare, l’intestino e l’apparato gastrointestinale possono accusare conseguenze importanti a causa dello stress e di una alimentazione sbagliata.

Tra i sintomi più comuni che avvertiamo a seguito di un’emozione generalmente negativa, indotta da rabbia, ansia, preoccupazione frequente, ci sono ad esempio gonfiore, crampi, stitichezza o al contrario diarrea. Risultati di una contrazione innaturale della muscolatura addominale. Ma non è tutto.

Tensione emotiva e soprattutto stress inducono a una iper-secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco, che va a infiammare le mucose.

Una condizione che a lungo andare può trasformarsi anche in gastrite. Una contrazione della muscolatura addominale nella zona diaframmatica, invece, rallenta la digestione. Escluse tutte le altre cause che possono portare a disturbi digestivi o intestinali, quindi, un’ottima prassi per eliminare alla radice il problema potrebbe essere quella di lavorare sulle vostre emozioni, per imparare a gestirle e trovare altre valvole di sfogo che non siano dentro di voi.

Dott.ssa Fiorella Palombo Ferretti

https://www.fiorellapalombo.it/

 

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in età evolutiva e in adolescenza

 

Sofia Tavella

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Siamo in un tempo di emergenza da molti adulti confuso in un tempo di regime totalitario, a causa di tutte le misure restrittive adottate di giorno in giorno e, di settimana in settimana, da chi ci governa e in modo autonomo anche dalle singole regioni a tutela della nostra salute.

Quella  salute finora barattata con forme di narcisismo esibito

a tutti i costi in ogni luogo e in ogni dove.

Bambini, adolescenti e adulti, nessuno escluso, da questa competizione dove chi riusciva a far emergere un corpo perfetto, atletico, scolpito e in forma acquistava il privilegio di essere considerato un modello/mito per molti, votato anche sui social network per aumentare, grazie ai like, la percezione del valore di sè.

In questo tempo dove la parola d’ordine è “restare a casa” siamo diventati tutti un pò “autistici”.

L’autismo falso che il covid19 ha indotto come conseguenza inevitabile del rispetto anche delle regole sociali e di salute.

Abbiamo inaugurato una nuova stagione, quella della solitudine che evoca uno spazio di deserto, di silenzio, di ritiro.

I più discriminati dal covid sono i bambini.

Ma anche gli adolescenti sono ancor meno nominati

I bambini sono discriminati perché non si citano ormai da tempo, in nessun decreto, così come gli adolescenti.

È come se fossero scomparsi, mentre sono reclusi nelle loro case.

La popolazione dei bambini e degli adolescenti, così come quella degli adulti, ha acquisito una nuova identità, diversa da prima, protesica per definizione.

Dove le protesi sono molteplici per non rinunciare alla socialità e alla estimità e non rischiare l’isolamento emotivo/affettivo: gomiti al posto delle mani per scambiarsi un saluto, guanti e mascherine per coprire le parti nude della corporeità (mani e volto) fortemente mortificata dal virus perché considerate parti unte che potenzialmente possono ungere altri, i social, i pc, i telefoni che diventano più di prima indispensabili protesi anch’esse di tipo cognitivo e sociale.

 

Siamo nel tempo della nostalgia, della mancanza di oggetti/persone che si cercano in assenza di momenti di socializzazione.

E allora emerge la diversità tra bambini e giovani/adulti.

I bambini si fanno molte domande e cercano molte risposte in merito alle perdite subite: di tempo, di amici, di scuola, di sport, di spazio fuori per cercare di dare un senso a tanti stravolgimenti e restituirsi un ritmo di normalità.

Il loro pensiero magico/onnipotente rappresenta la risorsa migliore dell’età, l’antidoto alle angosce di separazione che invece molti adolescenti/adulti ruminano ossessivamente, narrano più compulsivamente come per ottenere un senso di leggerezza.

La creatività dei bambini e la loro alta predisposizione all’adattamento li rende più positivi nelle reazioni all’evento traumatico.

Perfino le paure possono essere esorcizzate grazie all’uso della immaginazione e della fantasia stimolata appositamente dai molti adulti per sostenere il superamento della frustrazione reale.

Gli adolescenti, normalmente depressi e annoiati, sono più appesantiti e agitati dall’arresto improvviso del tempo della vita.

Il covid19 ha imposto un tempo dilatato e un ritmo rallentato che calza stretto e innesca un senso di intolleranza estrema e, in alcuni casi, pensieri bizzarri e di tipo autolesivo.

Più ci si sente impotenti più si cercano strategie di superamento del limite e di trasgressione delle regole.

Tale impulsività si traduce in forme di fuga nel virtuale, bisogno di condivisione, di narrazione, di intimità, ossia riscoperta delle relazioni familiari.

Siamo nel tempo dell’attesa

 in un tempo che sembra somigliare a quello dell’Avvento del Natale.

I bambini trovano una parvenza di normalità nelle lezioni online  a distanza, così come gli adolescenti.

Nutrire illusioni sane generative (darsi obiettivi, impegnarsi in compiti, coltivare interessi) è l’attività maggiormente consigliata e di sicura efficacia se, somministrata sistematicamente, perché capace di formare i giusti anticorpi alla noia e alla paura.

L’incertezza del momento genera confusione, destabilizza, provoca emozioni miste a rabbia, paura e angoscia. Le paure  più emergenti riguardano il futuro, la salute fisica e la salute mentale.

La paura che nella distanza l’altro possa non considerarci importante e perderci, dimenticarci.

I bambini si attaccano allo schermo del pc o del telefono per ricercare volti famigliari e sentirsi di nuovo nella realtà conosciuta, riappropriarsene e rassicurarsi che nonostante tutto nulla è cambiato.

Gli adolescenti con i loro legami dipendenti rischiano di scivolare più in profondità nella dipendenza dai social, sviluppare una anestesia (sordità) affettiva e/o di sviluppare un’attenzione cognitiva/emotiva verso i legami quelli reali, quelli fisici e non virtuali, facendo esperienza di parole e non di silenzi, di condivisione di interessi e di gesti quotidiani.

L’eredità positiva, per piccoli e grandi, del covid è la relazione.

Il covid ci sta addomesticando a seguire quelle 5 regole del metodo Tata Matilda, tratto da una serie di libri di bambini della scrittrice inglese  C. Brand. Isabel Green

che è una giovane madre di tre figli che lotta per mandare avanti la fattoria da sola nonostante diverse difficoltà.

Prima di tutto c’è la preoccupazione di avere un marito in guerra che combatte al fronte;

poi c’è anche un vile cognato pronto a tutto per farle vendere la proprietà, che di certo non aiuta;

non mancano le frustrazioni di un lavoro che non ama presso una negoziante scorbutica con frequenti crisi di senilità.

Inoltre l’ansia che si respira in città tra la paura dei bombardamenti e le preoccupazioni per le sorti del Paese dopo la guerra mette una certa pressione addosso.

Alla porta di Isabel Green però busserà la mitica e insostituibile bambinaia delle emergenze, che resta quando non la vuoi e se ne va quando vorresti che restasse.

Con i suoi strambi metodi e il suo affetto sarà di grande aiuto ai tre bambini.

Le 5 semplici regole del Tempo di riempimento dell’attesa e del Tempo di cambiamento e di rinascita:

  • Smettere di litigare

  • Chiedere scusa ed essere grati

  • Essere gentili

  • Aiutarsi con empatia

  • Avere fede e speranza.

Mai perdere la speranza! INSIEME CE LA FAREMO!

 

di Sofia Tavella

Psicologa-Psicoterapeuta per l’infanzia e per l’adolescenza (C.i.ps.ps.i.a Bologna)

Docente di Psicologia della riabilitazione – Università Sapienza di Roma

Psicologa in farmacia del Team Anpif  –

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_________________Associazione Nazionale Psicologi In Farmacia___________________

 

 

 

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